Elvis Presley. (L'ultimo treno per Memphis; Amore senza fine) di P. Guralnick: storia di un talento sciupato



Gran lavoro di ricerca rifluito in due ponderosi volumi, per quella storia straordinaria che è stata la vita di Elvis, tra ascese, cadute, rentrée, momenti di gloria e momenti imbarazzanti.

La ricostruzione è tutta concentrata sulla cronaca. Guralnick lascia indietro poco, fra concerti, incisioni, dipendenze e incontri. Tuttavia, se il materiale di studio è a dir poco appassionante e ricco di spunti, limitarsi alla cronaca è un po' come pattinare sulla superficie di un grande lago senza dare un'occhiata a quello che c'è sotto. 


L'ultimo treno per Memphis narra la prima parte della vita di Elvis, tutta in ascesa, la storia di ragazzo semplice del Midwest il cui talento unico viene riconosciuto e lanciato verso il successo da un  produttore lungimirante, prima, e da uno scaltro manager, poi. Amore senza fine è dedicato al ristagno, soprattutto artistico, alla rentrée del '68 e al lento inesorabile declino che lo ha condotto a una morte precoce. In definitiva, una storia di una tristezza unica. Il ragazzo possiede il dono del suo talento, realizza il classico american dream, ma presto ne diviene vittima. Suscitano rabbia il branco di personaggi, amici, parenti, specialmente l'ambiguo manager 'Colonnello' Parker, intenti a sfruttare sfacciatamente la gallina dalle uova d'oro. E nessuno che lo aiuti a ritrovare linfa vitale. Tutti, anzi, pronti a tarpare eventuali e rischiosi stimoli artistici. Malgrado tanti successi, la sensazione che permane è quella di un talento orribilmente sciupato.
 

Questa biografia pare sia la più accreditata fra quelle di Elvis Presley, una specie di 'bibbia' per le legioni di appassionati. Eppure, a conti fatti, per oltre mille pagine, Guralnick racconta piattamente e puntualmente al vita straordinaria del Re, ma troppo poco dicendo del contesto sociale e musicale, soprattutto senza approfondire davvero la figura di Elvis, che, malgrado le tante pagine dedicategli, risulta comunque piuttosto bidimensionale.

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