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Visualizzazione dei post da marzo, 2016

ALAN TURING STORIA DI UN ENIGMA di A. Hodges: biografia eccellente

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  Questa eccellente storia della vita di Alan Turing è un esempio di come andrebbe scritta una biografia. Nelle tante pagine del libro si ha modo di conoscere il lato privato di Alan Turing, per quanto possibile ovviamente, e quello scientifico, si scopre la straordinaria vicenda umana e l'evoluzione personale del matematico inglese. Uno spazio decisivo – che valorizza di parecchio il libro - è dedicato alla ricostruzione dell'ambiente in cui Turing è cresciuto, vissuto e ha trovato una fine prematura e dolorosa. Una giusta rilevanza è data agli eventi storici che hanno profondamente influenzato la vita scientifica e personale di Alan Turing. In effetti Alan Turing Storia di un enigma gode di una profondità inconsueta per un verso grazie alla ricca documentazione esaminata da Hodges per l'altro grazie alla prospettiva storica, anche a livello sociale, in cui il libro è stato calato. Il tutto senza appesantire il testo e contribuendo, anzi, a renderlo più coinvolgente.

PEELED. LA STORIA DEI VELVET UNDERGROUND di R. Jovanovic: i Velvet meritano di meglio.

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Questa biografia in un numero abbastanza esiguo di pagine tenta di narrare l'impervia epopea di uno dei più grandi gruppi (non solo) rock. Jovanovic riesce a dare un'idea generale di quello che il gruppo ha rappresentato, della sua produzione musicale e delle vite dei suoi componenti. Però naviga piuttosto in superficie e l'impressione generale è che le stesse notizie si possano raccogliere attraverso una cernita di articoli tratti dal web da riviste cartacee. Su personalità complesse come quelle di Lou Reed e di John Cale ci sarebbe stato senz'altro molto di più da dire. Invece Jovanovic racconta con la giusta considerazione la figura di Doug Youle, che nel terzo e quarto album del gruppo, nonché nei dischi live del '68-'70, ha rivestito un ruolo non secondario, malgrado l'ombra di John Cale, da lui sostituito, venga regolarmente a oscurarlo. Tutto sommato, gli appassionati dei Velvet Underground meritano di più e di meglio.

L'UOMO È ANTIQUATO Vol. I di G. Anders: la vergogna prometeica non passa mai di moda

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( Pare che fra gli obiettivi dei terroristi che hanno agito in Belgio negli ultimi giorni ci fosse anche la centrale nucleare presso Liegi .(vedi qui ) Mi chiedevo quando ci avrebbero provato. Se anche la notizia fosse smentita, credo non ci sia nulla di meglio di un sito nucleare per chi intende provocare danni e distruzione. Questo caso di cronaca, inquietante benché non inatteso, mi ha riportato alla mente i moniti pronunciati già dagli anni Cinquanta da Gunther Anders sulla presenza di dispositivi e ordigni tanto potenzialmente (e paradossalmente) distruttivi da minacciare l'esistenza umana con la loro stessa sussistenza. La nostra razionalità è applicata in maniera così parziale, per motivi di opportunità e per mera abitudine a focalizzare l'attenzione su dettagli isolati da tutto il resto, da riuscire a convincerci che sono necessari congegni o apparati potenzialmente distruttivi per il solo fatto che attualmente esercitiamo il controllo su di essi. Tuttavia le centrali

UNDERWORLD di Don DeLillo: più grande del Grande Romanzo Americano

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Underworld è il libro più conosciuto e celebrato di Don DeLillo, un classico immediato fin da quando è uscito, nel 1997. Senza dubbio rappresenta l'apice dell'arte di DeLillo. Le vicende narrate nel romanzo, lungo più di 800 pagine, scorrono su piani temporali differenti, sfalsati, che si intersecano. Dopo il prologo ambientato durante una celebre partita di baseball del 1951, avvenuta contemporaneamente al primo test atomico sovietico, da una parte prende avvio la vicenda umana dell'esperto in rifiuti Nick Shay, presentata in episodi in senso cronologico discendente, dall'altra vengono seguiti i passaggi di proprietà della pallina da baseball oggetto del celebre fuoricampo avvenuto nel corso dell'episodio iniziale dagli anni Cinquanta a... Nick Shay. La scrittura di DeLillo è di una precisione cristallina, Underworld pare un romanzo scolpito nel diamante . In un romanzo ricco di scene diverse con diversi personaggi, dipanato per sequenze temporali separate, tut

IN TEMPI DI LUCE DECLINANTE di Eugen Ruge: un fuocherello da materiale incandescente

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In tempi di luce declinante di Eugen Ruge narra la storia di una famiglia della DDR durante la guerra fredda fino al caduta del muro di Berlino. Alcuni componenti della famiglia sono graniticamente fedeli al partito, altri non possono tollerare il grigiore della Germania dell'Est. Ognuno soffre e si comporta di conseguenza. Il canovaccio e l'ambientazione promettono fuoco e fiamme, invece ne risulta un fuocherello. Rimane interessante ed è ben scritto (come quasi ogni libro pubblicato da un grosso editore), tuttavia senza picchi.

ANTIGRAVITAZIONE PER TUTTI di Bob Shaw: fantascienza ben scritta

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Un bel romanzo, ben scritto dall'inglese Bob Shaw, che presenta quali gravi problemi di ordine pubblico potrebbero nascere dalla diffusione, come dice il titolo, di Antigravitazione per tutti .  Il traduttore, e cultore di fantascienza, Vittorio Curtoni dichiarò che tradurre Bob Shaw procurava soddisfazione perché l'autore inglese era uno che sapeva scrivere. Avendo letto qualche altro romanzo di Bob Shaw mi sento di sottoscrivere il giudizio. Io in particolare ho apprezzato la ricostruzione del contesto e le dinamiche fra personaggi.  Valido.

SAS INTRIGO A TBILISI di G. de Villiers: fetido svago assoluto

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Avventura di Sua Altezza Serenissima Malko Linge (acronimo: S.A.S) ambientata nella Georgia degli Anni Zero di Mikhail Saakashvili minacciata dalla Russia di Vladimir Putin. SAS Intrigo a Tbilisi è un libro tutto sommato assai leggibile, per non dire appassionante, questo della serie SAS di Gérard de Villiers. Fetido, superficiale, prevedibilmente volgare, con parentesi pornografiche, ma divertente. SAS è fatto così... Ovviamente ci sono libri ugualmente divertenti e che offrono qualcosa in più del mero intrattenimento. SAS è una debolezza a cui cedere quando si ha bisogno di svago assoluto.

I RACCONTI DI SEBASTOPOLI di Lev Tolstoj: dall'eroismo di Putin a quello di Tolstoj

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(Secondo me chiunque dia un'occhiata ai libri di cui scrivo in questo blog può pensare che sia monomaniacalmente preda di una passione per gli autori russi, specialmente i classici dell'Ottocento. Be', confesso che è abbastanza vero. Nell'ultimo anno ho letto un buon numero di autori russi e non mi hanno ancora stancato. Sarà che la Russia è tornata in auge sul fronte mediatico, grazie alle imprese dello zio Vladimir (Putin), un personaggio sgradevole, forse spregevole, senz'altro fuori dai canoni che amiamo definire democratici. Certo che, accanto alla putiniana noncuranza verso diritti variamente civili e alla sua mancanza di scrupoli, fa da contraltare un aspetto che ci affascina e che trovo sia molto russo, cioè la preferenza di Putin per azioni politiche 'irragionevoli', frutto di un orgoglio nazionale che non porta ritorni economici, di una esibita autonomia rispetto al nostro strapotere occidentale, ma anche rispetto, ora che pare in rotta persino

I RACCONTI DI BELKIN di A. Puškin: agli albori della grande narrativa russa

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Le novelle del compianto Ivan Petrovič Belkin è una raccolta di cinque raccon ti di Aleksandr Sergeevič Puškin pubblicata nel 1831. Tutte le novelle sono accomunate dall'ambientazione nella Russia rurale del primo Ottocento. Ciascuna storia è caratterizzata da un proprio tema e da proprie sfumature, mentre tutti quanti i racconti posseggono un incedere quieto, disteso e ineluttabile, che ben si addicono a un contesto improntato sui ritmi della natura e delle stagioni, alieno alla sofisticatezza cittadina. Ogni storia è un segmento di destino già scritto che ci è rievocato con pacatezza da un narratore - spettatore degli eventi.  Tutti i racconti sono validi.  Quello che però a me è piaciuto di più è il primo, storia di un duello rimandato nel corso degli anni e dall'esito imprevedibile. Puškin  fu l'iniziatore della lingua russa letteraria moderna. Alle spalle aveva la tradizione europea che conosceva bene, ma qui, da scrittore russo, stava dissodando un terren

OGNUNO MUORE SOLO di Hans Fallada: da una storia vera un libro imperfetto.

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Ognuno muore solo , pubblicato nel 1947, è la rielaborazione letteraria da parte di Hans Fallada dell'inchiesta della Gestapo che finì con la condanna a morte di due coniugi ormai anziani. Anna e Otto Quangel, lui caporeparto in fabbrica, lei casalinga, aprono gli occhi sulla barbarie del regime nazista dopo la notizia della morte del figlio al fronte. Cominciano a distribuire per i caseggiati della loro Berlino cartoline di appello alla ribellione. Una storia, vera, sulla solitaria resistenza di due persone comuni. Malgrado le oltre 800 pagine il libro è stato scritto in appena 24 giorni. Il risultato finale probabilmente ne risente, si nota una certa mancanza di accuratezza. Hans Fallada non poteva fare meglio: era stanco e malato, compose il libro e morì poco dopo. L'argomento è coinvolgente, almeno per me, comunque non lascia indifferenti e, tutto sommato, la narrazione è piuttosto avvincente.

ALESSANDRO O DELLA VERITÀ di Arno Schmidt: la sfida di Arno

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Austera copertina grigia delle edizioni Einaudi del 1965 per questi quattro racconti di Arno Schmidt, due del 1949 e due del 1959. Gli ultimi due , quello che dà il titolo alla raccolta e  Cosma ovvero la montagna del nord ,  sono i più lunghi e i più interessanti . In Alessandro o Della verità  Arno Schmidt narra la cronaca degli ultimi giorni dell'imperatore Alessandro Magno dal punto di vista di alcuni uomini della sua corte. I rilievi critici diretti al regime dittatoriale da lui instaurato, ai suoi eccessi e ai suoi soprusi rimandano al regime nazista sotto il quale l'autore ha vissuto. In Cosma ovvero la montagna del nord il narratore si scontra contro la volontaria e a tutti imposta ignoranza dei cristiani bizantini, disposti a seguire qualunque fantasiosa teoria di impianto tolemaico pur di non dar credito a impostazioni più razionali e plausibili. Leggere Arno Schmidt rappresenta una vera sfida per il lettore, che ne può uscire estenuato e talvolta nemmeno vi

FIGLI DI TROIKA. GLI ARTEFICI DELLA CRISI ECONOMICA di B. Amoroso: da lasciar perdere.

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Un pamphlet raffazzonato che non aggiunge nulla di nuovo. La cosa migliore è il titolo, triviale e accattivante.  Pubblicare libri così malscritti va solo a solo a detrimento della causa che si vuole sostenere. Eppure Amoroso ha scritto testi di pregio.

LA COSCIENZA DI ZENO di Italo Svevo: all'altezza della fama

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Dopo aver tentato per ben due volte, molti anni fa, di leggere La coscienza di Zeno su carta ho affrontato in versione audiolibro questo superclassico della letteratura nostrana e devo dire di essermelo goduto. In parte merito della lettura ineccepibile di Moro Silo, che riesce a dar voce – letteralmente - in maniera credibile alla prima persona di Zeno Cosini. Un libro all'altezza della sua fama, che non teme confronti con rivali di altra lingua.

LA CAGNETTA DI Vasilij Grossman: Grossman vale sempre la pena

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Una minuscola raccolta di tre racconti notevoli, soprattutto quello che dà il titolo alla minuscola raccolta. Anche se questo non è il Grossman di Vita e Destino , uno dei romanzi più belli e significativi del Novecento, si possono solo apprezzare l'umanità e il senso di pietà che traspaiono dalle tre storie . Vasilij Grossman merita comunque.

STORIA ECONOMICA D'ITALIA di V. Castronovo: degno di nota.

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Panoramica vasta e piuttosto comprensibile degli sviluppi dell'economia italiana dall'unità d'Italia a oggi. Il testo è ormai un classico della disciplina. Quando descrive gli ultimi decenni il giudizio dell'autore si fa più soggettivo. Anche quando parla della famiglia Agnelli, a dirla tutta. Certo che l'economia talvolta svela i nudi fatti e le motivazioni autentiche di svolte storiche anche straconosciute. Una fra quelle che emergono in questo libro: nel 1915  l'Italia entrò in guerra a fianco  degli anglofrancesi soprattutto perché gli imperi centrali  non erano in grado di assicurare  al lo stivale  approvvigionamenti energetici, mentre da parte loro  Inghilterra e Francia  non solo potevano garantirli, ma, volendo, avrebbero anche potuto ridurli parecchio. Una lettura degna di nota, tuttavia non esattamente rilassante.

UNA PISTOLA IN VENDITA di Graham Greene: un thriller acerbo.

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Un thriller scritto negli anni Trenta, ambientato in Inghilterra. Il libro non è male, tutt'altro che solo uno svago, malgrado Graham Greene lo classifichi fra i suoi libri di intrattenimento, quelli che definiva 'Entertainments'. Ci sono cali di ritmo in alcune parti e nel finale, anche squarci di profondità  tipici di questo autore e  introvabili nei thriller ordinari.  Detto ciò, rimane un'opera minore di Greene, che in seguito ha scritto di molto meglio.

SOTTOMISSIONE di M. Houellebecq o Delle domande fondamentali

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Trama: in un futuro quanto mai vicino un professore di letteratura parigino assiste alla vittoria alle elezioni politiche francesi di un partito di ispirazione islamica alleato coi socialisti. La Francia, senza grandi traumi, accetta l'attuazione di una sharia soft e rassicurante. Le élite francesi, l'università e il protagonista si adeguano. Sottomissione è un romanzo di cui nel 2015 si è parecchio parlato, ma non per motivi letterari. È uscito, infatti, contemporaneamente alla massacro della redazione di Charlie Hebdo. Sulla copertina del numero in quel momento in edicola del settimanale satirico c'era proprio una caricatura di Michel Houellebecq. Questa: Dato il tema oggetto del romanzo le polemiche erano già previste, se non pianificate. D'altra parte ogni libro di Houellebecq solleva polverone mediatico, sia per prese di posizione radicali sia a causa del sesso libero e spinto presente nelle sue storie. Un vantaggio in termini di popolarità per lo scritto

LUI È TORNATO di Timur Vermes: il Führer fra noi (e in noi)

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Adolf Hitler si risveglia nella Berlino del 2011. I suoi ricordi sono fermi agli ultimi giorni dell'aprile 1945, nel suo bunker. Con un po' di fortuna riesce ad adattarsi perfettamente ai nostri tempi. Timur Vermes è bravo a divertire il lettore facendo raccontare dal Führer in prima persona le sue vicissitudini nel mondo d'oggi. Equivoci e situazioni esilaranti non ne mancano. La vera abilità dell'autore però sta nella demistificazione di certi aspetti della società contemporanea (tedesca, in particolare) attraverso le parole di Hitler . Quando il  Führer  naviga su internet ci fa ridere. Ma quando, riflettendo sul fatto che la manutenzione delle strade tedesche è eseguita in genere da operai stranieri, dice che se avesse saputo quanto poco costava un operaio polacco si sarebbe risparmiato di invaderne il paese, fa paura.

LA DENAZIONALIZZAZIONE DELLA MONETA di F. Von Hayek ovvero Come Friedrich ha scolpito il nostro presente

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Bel titolo, vero? Riporto la descrizione della quarta di copertina perché riassume bene il tema affrontato dal libro, pubblicato in Italia nel 1999. Un'opera che rivela la sua attualità proprio nel momento in cui l'Europa si accinge a introdurre la moneta unica. L'originalità di quest'opera è data dalla proposta di Hayek: "togliere allo Stato il monopolio della moneta e sostituirlo con una competizione fra banche private che forniscono moneta esattamente come qualsiasi altra impresa fornitrice di beni o servizi. La sua proposta va quindi ben al di là di quanto avevano visto quasi tutti i Paesi occidentali sino alla fine dell'Ottocento, quando vi erano diversi istituti di emissione, perché tali istituti stampavano comunque banconote denominate nella valuta nazionale, mentre Hayek propone di dissolvere completamente il concetto di banca centrale di emissione." Due sono i nodi cruciali che tratta Hayek. Primo: secondo Friedrich von Hayek il denaro, come

BACH di Piero Buscaroli: imprescindibile, ma supponente

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Opera imprescindibile di rifondazione storiografica, ma a tratti supponente. Lavoro di gran mole, documentatissimo sulla persona e sull'epoca di Johann Sebastian Bach. Positivo il fatto che l'esperto di musica in questo caso abbia il piglio e l'esperienza del vero storico, per cui la documentazione viene rivista e analizzata facendo tabula rasa di annose inesattezze. Positive e appassionanti le - forse troppe - parentesi storiografiche. Lo stile è ricercato, barocco, a tratti ampolloso. Di negativo c'è senz'altro la sicumera dell'autore: il suo lavoro rappresenta senza dubbio un punto di svolta, ma spesso cede il passo alla presunzione, talvolta persino all'insulto rivolto ad altri biografi di Bach. Inoltre capita che Buscaroli assuma come innegabilmente vero ciò che deriva da proprie supposizioni: esattamente ciò che egli per oltre 1280 pagine rimprovera ai numerosi testi precedenti.

LA TALPA di John Le Carré o Dell'ambiguità

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Una lettura piacevolissima, scritta con eleganza e precisione, quantunque la trama sia complicata. La talpa rappresenta uno dei picchi della carriera di Le Carré, per l'ovvia ragione che il romanzo è avvincente e perché paradigma della sua poetica fondata sull'indagine delle scelte che portano l'uomo ad agire a vantaggio di una parte o dell'altra, a vantaggio proprio o della comunità, e quindi sui principi di lealtà e coerenza. Un'esplorazione svolta senza manicheismi, navigando in una zona grigia in cui il compromesso è inevitabile e avvilente. L'ironia poi è una sorta di basso continuo, a desacralizzare le messinscena di chi sembra debba salvare il mondo. Al di là dell'intreccio emerge una disincantata, a suo modo romantica, visione del mondo . È abituale l'equazione Le Carré = spy story . In realtà tale equazione è assai riduttiva. Il plot spionistico è il cavallo di Troia   impiegato (qui, peraltro, in maniera eccellente) per esporre la condizione

IL GIUDICE ISTRUTTORE di Anton Čechov: lo sfolgorio della normalità

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Quarto volume della raccolta completa dei racconti di Anton Pavlovič Čechov, il primo che mi è capitato di leggere. Il periodo di composizione gravita attorno al 1885, quando l'autore aveva circa venticinque anni. Col suo stile pacato, ma non minimalista ,  Čechov  mette in scena un caleidoscopio di episodi e caratteri diversi, ponendo l'attenzione su egoismo, avidità, ipocrisia, per contrapporle a sincerità, semplicità e innocenza. Tutto così normale che talvolta ci si chiede perché leggerlo. Forse perché pare ci sia una sorta di luce che avvolge i personaggi e li rischiara. L'abilità di Cechov sta davvero nell'infondere con pochi tratti vita autentica ai suoi personaggi e nel rendere emozionanti eventi al limite della normalità in un alternarsi di tensione e lirismo. Secondo me il Nobel per la Letteratura Alice Munro ha imparato almeno qualcosa dell'arte del racconto da  Čechov .

LE DUE FACCE DEL TEMPO di R. Silverberg: beata ingenuità!

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Una lettura piacevole, però molto ingenua, adatta soprattutto a chi ha meno di vent'anni, malgrado ci siano degli spunti interessanti. Quando è uscito questo libro, nel 1962, Silverberg di anni ne aveva ventisette. Nella maturità avrebbe fatto di molto meglio.