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Visualizzazione dei post da 2016

QUALCOSA SUI LEHMAN di S. Massini: il miglior romanzo italiano del 2016?

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Non è che sia tanto lecito da parte mia affermare che  Qualcosa sui Lehman  di Stefano Massini è il miglior titolo italiano del 2016 in ambito di narrativa. Nel senso che finora ho letto al massimo due o tre libri italiani usciti nel 2016, perciò il mio giudizio vale ben poco. Tuttavia, anche quando avrò letto altri  romanzi del 2016 so che ne rimaranno pur sempre tanti altri di valore che non avrò letto e che probabilmente mi sarebbero piaciuti. La variabile per cui ciascuno legge quel che riesce, in maniera necessariamente limitata dal fattore tempo, mi pare non sia tenuta nel giusto conto da tutti i tizi che stilano elenchi e classifiche del meglio del tal anno o del tal decennio e così via. Detto ciò, Qualcosa sui Lehman è un libro che, ritengo, sarà ricordato, forse diventerà un classico . Stavo per scrivere che si tratta di un romanzo, ma non sarebbe del tutto esatto. In copertina lo si qualifica 'romanzo/ballata' e la definizione mi pare la più appropriata. Il rom

ROBOT rivista n. 57 di L. McMaster Bujold e altri: breve rapporto di lettura

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Sarò abbastanza telegrafico. In questo vecchio numero della rivista Robot , il 57 dell'estate 2009, ci sono alcune cose interessanti. Il racconto Il dilemma della tessitrice di sogni di Lois McMaster Bujold, non è affatto male. Nulla di nuovo sotto il sole, ma la storia è carina. Agente Mariani: si vive solo due volte di Lanfranco Fabriani presenta in versione breve i personaggi di due romanzi. Storia leggera, ma divertente, non c'è che dire. Anche il racconto Otto episodi di Robert Reed non mi è dispiaciuto. Tutti per uno 2001 per tutti di Giuseppe Lippi è un bell'articolo sul celebre film. Il breve saggio di Salvatore Proietti James G. Ballard e miti del presente è una bella presentazione dell'opera dello scrittore inglese scomparso proprio in quel 2009 e fa il paio con la splendida intervista a Ballard da parte di Valerio Evangelisti. Il numero è idealmente dedicato a Ballard, che viene ricordato in maniera più che consona.

LA ZONA DEL DISASTRO di J. G. Ballard: lancinanti schegge ballardiane

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La zona del disastro raccoglie questi nove racconti di James Ballard: GLI UCCELLI GIGANTI Storm-bird, Storm-dreamer CITTA' DI CONCENTRAMENTO The Concentration Man L'UOMO SUBLIMALE The Subliminal Man IL MARE E' VICINO Now Wakes the Sea PAZIENTE PERDUTO Minus One IL SIG. F. E' IL SIG. F. Mr. F. is Mr. F. ZONA DI TERRORE Zone of Terror CUBICOLO 69 Manhole 69 L'UOMO IMPOSSIBILE The Impossible Man Non mi sento in grado di dare la preferenza a uno in particolare rispetto agli altri, anche se forse L'uomo subliminale è quello che mi ha colpito di più. Forse. Sicuramente ciascuno dei nove racconti merita di essere letto. Ciascuno è significativo e presenta idee che da sole potrebbero figurare da presupposto di un romanzo intero. Anche attraverso la sua mirabile narrativa breve   Ballard mette in discussione la nostra percezione della realtà, coglie il senso di minaccia che innerva la società contemporanea, ci toglie il terreno da sotto i piedi pe

OGNI STORIA D'AMORE È UNA STORIA DI FANTASMI. VITA DI DAVID FOSTER WALLACE di D. T. Max: aprire le finestre sbagliate

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C'era una volta il secchione della classe, un soggetto strano, versato in logica e matematica, che decise di fare lo scrittore. E divenne David Foster Wallace.  Potrebbe iniziare così,  Ogni storia d'amore è una storia di fantasmi  di  D.T. Max, una biografia scorrevole , scritta come un romanzo, nel senso che non soffre della pedanteria di tante biografie. Qui gli avvenimenti della vita di Foster Wallace sono narrati con il ritmo e le modalità di un racconto , spesso secondo un punto di vista che sembra quello del 'narratore onnisciente', senza che la narrazione sia appesantita con note a piè di pagina. Solo al termine del libro troviamo i rimandi alle fonti segnalati con diligenza pagina per pagina e comprendiamo che il narratore anziché essere onnisciente ha letto un gran numero di fonti scritte e consultato un gran numero di persone. Ogni storia d'amore è una storia di fantasmi  dunque è il romanzo il cui protagonista è quello straordinario scrittore c

IL DUELLO. TUTTI I RACCONTI VOL. VIII di A. Čechov: ricchezza intellettuale e spirituale

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Il duello è l'ottavo volume della serie Tutti i racconti di Anton Čechov pubblicata dalla BUR negli Anni Settanta con le splendide copertine dell'illustratore statunitense John Alcorn . In Il duello  tomo sono state incluse dal curatore e traduttore Alfredo Polledro cinque racconti scritti da  Čechov  nei primissimi Anni Novanta del XIX° Secolo.   Spiccano fra questi i due racconti più lunghi: Reparto n. 6 e Il duello . Reparto n. 6 , apologo  tra la commedia e la tragedia di come la diversità e la malinconia possano sfociare nella diagnosi più pericolosa (per la società): la pazzia. La più valida fra le cinque novelle è sicuramente quella che dà il titolo alla raccolta e che, data la lunghezza di oltre 100 pagine, si può considerare un romanzo breve. Il duello è un capolavoro di scavo psicologico e un raffinato scorcio di certe dinamiche sociali. I protagonisti sono verosimili pur rappresentando tipi di carattere universale, mentre i personaggi di contorno in p

1981: IL DIVORZIO FRA TESORO E BANCA D'ITALIA di D. Dalla Bona: quando le riforme nuocciono

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Questo 1981: il divorzio fra Tesoro e Banca d'Italia di Daniele Dalla Bona racconta una storia nota, o meglio, che dovrebbe essere nota. Ma non lo è affatto.  Se lo fosse probabilmente sarebbe ben diversa la generale percezione di certi luoghi comuni economici . Col cosiddetto 'divorzio' tra Banca Italia e Ministero del Tesoro, sancito in maniera consensuale tra l’allora Ministro del Tesoro Beniamino Andreatta e Carlo Azeglio Ciampi, la Banca Centrale italiana non fu più costretta ad acquistare in asta primaria i titoli invenduti . Fu una 'riforma' profonda, sancita con nulla più di uno scambio di comunicazioni tra i due alti funzionari, per certi versi inconsueta sotto il profilo formale, ma, a quanto pare, legittima. Benché una bella parte dell'arco parlamentare fosse contrario o molto perplesso. Di fatto ciò ebbe luogo in maniera graduale, poiché la riforma data luglio 1981, ma fino al 1988 la Banca d'Italia continuò ad acquistare sul mercato p

DUE PRESUPPOSTI PER SCEGLIERE SÌ OPPURE NO

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Che il 4 dicembre si scelga di votare Sì oppure No, va fatto comunque considerando due essenziali, banali, presupposti. Primo, la valutazione degli elettori deve tenere conto che la riforma Renzi-Boschi e  la legge elettorale Italicum non solo fanno parte, ma sono il fulcro di un quadro di riforme interdipendenti. Si tratta di provvedimenti pensati in maniera, almeno negli intenti, unitaria, come ribadito più volte dallo stesso Renzi sottolineando di aver ricevuto l'incarico da Napolitano per mettere in cantiere le riforme politiche e istituzionali.  S ebbene il quesito referendario riguardi solo una parte del  corpus di riforme avviato dal governo Renzi, per darne una valutazione sensata è necessario rivolgere attenzione anche al contesto in cui le modifiche costituzionali verranno calate in caso di vittoria del Sì.  Mi pare un suggerimento molto di comodo, molto parziale, quello di restringere l'analisi esclusivamente alle modifiche costituzionali. Secondo punto, con

ZERO K di Don DeLillo: un oggetto narrativo prosciugato fino all’astrazione

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Per Zero K , pubblicato negli USA la primavera scorsa e in Italia l’undici ottobre, Don DeLillo ha scelto un tema a sfondo fantascientifico. Lo spunto iniziale in effetti è un luogo comune della narrativa d’anticipazione. Le tematiche possono ricordare alcune opere pubblicate da Robert Silverberg nei primi Anni Settanta, quando dedicò ad argomenti affini alcuni dei suoi testi più significativi. Ad ogni modo, ancora una volta un grande autore della narrativa ‘tradizionale’ si rifà a un soggetto tipicamente fantascientifico e lo fa senza porsi preclusioni. DeLillo in particolare aveva già sfiorato la science fiction con La stella di Ratner del 1976. Ha inoltre coltivato affinità coi ‘generi’ anche in altre occasioni, ad esempio col thriller in Libra , uno dei suoi capolavori. In merito alla crioconservazione, centro nevralgico della narrazione, Don DeLillo ne ha minimizzato l’importanza con Riccardo Staglianò di Repubblica : « La verità è che ho limitato le mie ricerche al minimo i

TUTTI I RACCONTI VOL. 1 di L. Tolstoj: crescita dell'autore e dell'uomo

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Primo tomo che raccoglie i racconti di Lev Tolstoj dall'inizio fino a, grossomodo, la clamorosa conversione del 1880 circa (ne ho già accennato a proposito del saggio La confessione ). Ovviamente la qualità delle novelle è discontinua. Accanto a operette acerbe, incompiute o poco riuscite ci sono piccoli gioielli come, ad esempio, i tre racconti di Sebastopoli (ne ho già scritto qui ), Lucerna e   Polikuška . Lucerna è il racconto scopertamente autobiografico di un Tolstoj giovane, ingenuo, un conte russo che in Svizzera invita un suonatore ambulante al suo tavolo di albergo di lusso e, invece di innescare un processo di rivalsa e giustizia, produce solo imbarazzo e grattacapi. Polikuška è invece ambientato nel mondo contadino russo, storia sfortunata di un uomo non esente da colpe in un contesto di degrado, ma anche di umanità. Una raccolta come questa, con ambizioni di completezza, anche quando si ha a che fare con un grande come Tolstoj comporta la lettura di testi

FERRAGUS di H. de Balzac: solo per lettori 'balzachiani'

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Ferragus  è il primo volume del trittico che forma la Storia dei tredici , titolo con cui spesso sono raccolti Ferragus , La duchessa di Langeais e La ragazza dagli occhi d'oro , pubblicati tra il 1833 e il 1839. Ho letto almeno una dozzina di libri di Honorè de Balzac, per cui credo di poter dire con sufficiente cognizione di causa che questo Ferragus non è fra i capi d'opera dell'autore francese. La novella non è ben messa a fuoco. C'è dietro un intreccio tipico dei fuilettons dell'epoca (soprattutto a venire, a dire il vero), quello attinente ai  tredici misteriosi personaggi che danno il titolo alla trilogia,   che viene solo accennato, mentre Balzac sceglie di puntare sui rapporti, gli scontri, le relazioni tra i diversi personaggi che introduce, mette in luce e poi fa ritornare nell'ombra. Si tratta di un romanzo a cui manca equilibrio nella trama e nella costruzione, evidentemente scritto senza la necessaria cura. Alla fine la vera protagonista del l

IL CONDOMINIO di J. G. Ballard ovvero La possibilità di diventare dei perversi

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Il condominio , romanzo di James Graham Ballard pubblicato nel 197 5, narra della generale ricaduta nella barbarie dei residenti di un colossale grattacielo londinese situato nella zona dei docks di Londra, alto quaranta piani e dotato di mille appartamenti. Un intero agglomerato di rappresentanti di una nuova classe sociale rampante decide, più o meno consciamente, di rinchiudersi in una " prigione foderata di pelliccia " per dare la stura a una escalation di massacri e ferocia primordiale e per dividersi in clan, destinando i piani inferiori alle classi inferiori, mentre man mano che si progredisce in altezza si sale anche di gerarchia sociale. Ballard è nato e cresciuto come scrittore di fantascienza, poi se ne è emancipato diventando uno scrittore 'rispettabile', ma non estraneo al genere, come è evidente nel caso de Il condominio . Credo che la nazionalità inglese di Ballard abbia inciso in particolare sulla partizione in differenti classi sociali, dal

IL QUINTO PRINCIPIO di V. Catani: il 'classico immediato' della SF italiana

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Secondo Valerio Evangelisti “Il Quinto Principio è la pietra miliare della fantascienza italiana. L'opera più compiuta che la nostra FS abbia mai espresso ”. Così recita la copertina della ristampa pubblicata saggiamente da Meridiano Zero quest'anno. Può darsi che Valerio Evangelisti abbia ragione. Il romanzo del veterano del genere Vittorio Catani, pubblicato da Urania a fine 2009, merita davvero di essere lodato. Innanzitutto proprio perché Il Quinto Principio è fantascienza italiana, e fin qui nulla di nuovo, ormai è abbastanza chiaro che oggi più di ieri non c’è necessariamente bisogno di guardare all’estero per trovare narrativa di genere SF di altissima qualità. In più, però Il Quinto Principio è quel che si definisce un ‘classico immediato’, uno di quei libri che da subito si impongono come pietre di paragone. In questo caso, va detto, l’etichetta fantascienza, per quanto corretta, rischia di chiudere questo testo in una sorta di recinto che può solo andargli stret

GOODBYE KEYNES di F. Reviglio ovvero L'incubo di un contabile

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A fine giugno mi è capitato di sentire in diretta la telefonata di un ascoltatore di Prima Pagina , su Radio 3, che contestava il recupero in mare, appena avvenuto, dei corpi di settecento migranti naufragati il 18 aprile 2015. Per l'ascoltatore si sarebbe trattato di uno spreco di risorse pubbliche . A costui altri se ne sono aggiunti via sms. Eccone un sms, ad esempio: “ Non ci sono soldi x sanità pensioni manutenzione strade incentivi allo sviluppo riduzione del debito. Ma ci beiamo di aver recuperato il relitto di un barcone naufragato nelle acque libiche. Quanto è costata questa scellerata scelta demagogica? M.chiara ”. I giornalisti di Radio 3, per fortuna, hanno sostenuto che il recupero è stato un atto doveroso. Come siamo giunti a ragionare in maniera così disumana? L'abbiamo fatto accogliendo, secondo le parole di John Maynard Keynes, “ quel criterio che si può chiamare brevemente dei risultati finanziari, quale segno della opportunità di una azione qualsiasi, d

STORIA DI UN UOMO INUTILE di M. Gor'kij: parziale delusione

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Il protagonista di Storia di un uomo inutile è Evsej Klimkov, un giovane borderline che nella Russia del primo Novecento ancora zarista vive l'abbruttimento e la miseria della società del tempo, assiste a scene di degrado umano e civile e intanto rotola come una pietra solitaria verso una maturità che minaccia soltanto nubi all'orizzonte. Un riscatto personale potrebbe essere rappresentato dall'arruolamento tra le spie della polizia zarista – punto di svolta dopo la piattezza della prima parte del libro - ma ben presto Evsej si accorge che non c'è grande differenza tra i sorveglianti di cui fa parte, delusi e quasi solidali coi nemici dello zar, e i controllati, cioè sovversivi e rivoluzionari dalle idee confuse. E anche il romanzo non si riscatta nella, un poco più tonica, seconda parte. Non avevo letto nulla di Maksim Gor'kij (nella foto sopra a Capri nel periodo in cui scrisse Storia di un uomo inutile ) in precedenza e appena notato Storia di un uomo

LETTERE SULLA CREATIVITÀ di F. Dostoevskij: un populista dei suoi tempi? No, inattuale ora ed allora.

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Dostevskij populista? Semmai il ritratto sulla copertina di Lettere sulla creatività può far pensare a un hipster ante litteram dalla barba fluente. Però l'insigne scrittore non è vestito come un fesso, ergo non può essere un hipster. Lo fosse stato avrebbe scritto delle lettere sulla cretinità . Oltre a questa sciocchezza introduttiva, può darsi che abbiate letto l'altra amenità con cui ho introdotto su Facebook questo post: “ FLAVIO BRIATORE, intervistato da EUGENIO SCALFARI, ha dichiarato che "DOSTOEVSKIJ è il più grande perché spalanca le porte all'infinito che abbiamo dentro. Peccato che fosse un fottuto populista". Condivido solo la prima parte. Le LETTERE SULLA CREATIVITÀ contribuiscono a spiegare perché ”. Naturalmente Briatore – almeno che io sappia - non ha mai dichiarato nulla di simile su Dostoevskij e dubito fortemente che l'abbia mai letto. Però chiacchierando del più e del meno con Scalfari potrebbe aver pronunciato la frase sopra per fa