I GIORNI E GLI ANNI VOL. 2 di Uwe Johnson: passato e presente


Significativo scambio di battute tra la figlia Marie e la madre Gesine, a pagina 177 di I giorni e gli anni, volume secondo: "Marie di buon grado parla tedesco.
- Se racconti e ti mancano dei pezzi, tu riempi con qualcos'altro, e io ci credo lo stesso.
- Non ti ho mai promesso la Verità.
- Certo che no. Soltanto la tua verità.
- Come io me la figuro.
"

Soltanto la verità di Gesine, dunque, come lei se la figura. Oltretutto da riempire con qualcos'altro qualora la memoria faccia cilecca. Questo a ribadire lo stile, per così dire, congetturale della quadrilogia I giorni e gli anni, di cui ho scritto a proposito del primo volume (qui, per la precisione).


In questo secondo volume del capolavoro di Uwe Johnson, pubblicato originariamente in Germania nel 1971 e da me (ri)letto nell'edizione Feltrinelli del 2005 (ristampato da L'Orma nel 2014) è narrata la cronaca delle giornate di Gesine e Marie dal 20 dicembre 1967 al 19 aprile 1968, corredata, in maniera sempre più amplia e profonda, dai ricordi di Gesine risalenti alla sua infanzia. Dunque ancora il resoconto giorno dopo giorno di un periodo storicamente rilevante e i ricordi - non tanto lontani - di anni feroci e quasi indecifrabili per chi li ha vissuti. E in questa seconda parte gli avvenimenti di quel periodo oscuro divengono più coinvolgenti e più toccanti, si prendono più spazio nell'economia del libro rispetto al primo volume, forse anche perché ormai la fisionomia delle protagoniste viventi negli Anni Sessanta è chiaramente delineata, mentre il peso del passato e della Storia rappresenta l'elusivo contraltare di quel presente (1968) caratterizzato da una democrazia esaltata (valore fondante degli USA) e svilita al contempo (il Vietnam, la questione razziale, la povertà diffusa).

Il giudizio ottimo su I giorni e gli anni già espresso a proposito del primo volume qui è più che confermato.


Roberto Saviano, 
in un articolo pubblicato dalla rivista Pulp nel remoto 2003, che allora mi convinse a leggere questo magnifico testo, sintetizza la genesi di Jahrestage e dice cosa ne pensa (tra l'altro, solo oggi ho scoperto che il futuro autore di Gomorra era lo stesso di quella fatale recensione):
 "Uwe Johnson nel 1966 si trasferisce a New York non vuole più risiedere nella sua terra; la Germania colpevole d’un passato, quello nazista, impossibile da cancellare è divisa tra socialismo e capitalismo, e quindi ancora portatrice di disumanità. Responsabile perenne di sistemi che stritolano la vita dell’uomo, che annullano l’individuo nei cingoli della storia. Negli USA prima e in Inghilterra dopo, lo scrittore riuscirà invece a galleggiare in una terra di nessuno dove paesi con una democrazia più matura riusciranno meglio a nascondere le proprie contraddizioni. A New York, Uwe Johnson inizia a scrivere il suo capolavoro Jahrestage (I giorni e gli anni oppure Anniversari). La monumentale Jahrestage è organizzata in quattro volumi usciti in Germania nel 1970, 1972, 1973, 1983. Parlare degli Jahrestage è davvero cosa impossibile. Ci troviamo dinanzi ad uno dei capolavori assoluti della scrittura d’ogni tempo che sfugge ad ogni riduzione critica o analitica. Negli Jahrestage è narrata giorno per giorno la vita di Gesine Cressphal e Marie sua figlia, in un intreccio di storia familiare che si connette alla storia contemporanea ed a fatti storici e di cronaca reali dell’ultimo secolo".

Commenti

Post popolari in questo blog

I RACCONTI DI SEBASTOPOLI di Lev Tolstoj: dall'eroismo di Putin a quello di Tolstoj

I fratelli Karamazov di F. Dostoevskij ovvero Quel che Fëdor aveva da dire

Elvis Presley. (L'ultimo treno per Memphis; Amore senza fine) di P. Guralnick: storia di un talento sciupato