LA DENAZIONALIZZAZIONE DELLA MONETA di F. Von Hayek ovvero Come Friedrich ha scolpito il nostro presente


Bel titolo, vero?
Riporto la descrizione della quarta di copertina perché riassume bene il tema affrontato dal libro, pubblicato in Italia nel 1999.

Un'opera che rivela la sua attualità proprio nel momento in cui l'Europa si accinge a introdurre la moneta unica. L'originalità di quest'opera è data dalla proposta di Hayek: "togliere allo Stato il monopolio della moneta e sostituirlo con una competizione fra banche private che forniscono moneta esattamente come qualsiasi altra impresa fornitrice di beni o servizi. La sua proposta va quindi ben al di là di quanto avevano visto quasi tutti i Paesi occidentali sino alla fine dell'Ottocento, quando vi erano diversi istituti di emissione, perché tali istituti stampavano comunque banconote denominate nella valuta nazionale, mentre Hayek propone di dissolvere completamente il concetto di banca centrale di emissione."

Due sono i nodi cruciali che tratta Hayek.

Primo: secondo Friedrich von Hayek il denaro, come il lavoro e come qualsiasi cosa al mondo, è merce. E secondo l'economista austriaco, affinché si realizzi tale mercificazione (in senso tutt'altro che dispregiativo, secondo la sua prospettiva), occorre che sia commerciato da privati, ovvero che ogni istituto bancario possa emettere moneta, da cui più monete e più concorrenza tra di esse. Siccome poi sarebbe interesse di ogni istituto mantenere la propria moneta stabile, più accettata e più scambiata, ne conseguirà una minore inflazione. Da sottolineare che il libro è stato
scritto nel 1978, poco prima che le politiche economiche neoliberiste si imponessero un po' dovunque. 

Secondo: essenziale è togliere agli Stati la sovranità monetaria, cioè impedire agli Stati di battere moneta provocando inflazione e eccessivi deficit pubblici. Il presupposto è anche di matrice più ideologica: per Hayek l'intervento statale è comunque dannoso, acuisce le difficoltà anziché risolverle.

Il testo è sotto molti aspetti propedeutico all'Unione Monetaria Europea, per cui una buona parte del programma di Hayek è stata realizzata. Hayek non condivideva l'idea di una banca centrale europea perché perseguiva un sistema integralmente privato. Gli è stata preferita l'impostazione di Friedman che invece prevedeva appunto almeno una banca centrale con, grossomodo, i compiti che attualmente sono affidati alla BCE. T
ranne questo aspetto, l'impostazione di fondo è quella indicata da Hayek. D'altra parte sempre di neoliberismo parliamo. Soprattutto il secondo punto che ho sopra evidenziato è stato effettivamente realizzato: gli stati appartenenti alla UE hanno rinunciato alla propria sovranità monetaria.

Le conclusioni di Hayek non mi paiono condivisibili e i presupposti alla base della sua costruzione teorica sono vaghi e apodittici.
Specifico il perché della mia posizione, seppure a grandi linee.


Quanto al primo punto. Ricordo che i testi di diritto privato vent'anni fa spiegavano come, sotto il profilo economico, le norme devono puntare a favorire la circolazione del denaro poiché una maggiore circolazione determinerà tendenzialmente una maggiore ricchezza (un ben noto ed elementare principio di economia). Detto altrimenti: il denaro non è solo merce, bensì anche un mezzo per creare ricchezza e distribuirla. Non so se ora questo principio sia stato espunto dai testi di diritto privato, ad ogni modo è evidente che la proposta di Hayek non va incontro – e dichiaratamente non intende andare incontro – a questo principio. Ritengo che la sua visione abbia cozzato contro la dura realtà. Oggi, ad esempio, dopo aver seguito una bella parte della sua ricetta, scontiamo il problema della deflazione, mentre la circolazione della moneta è palesemente frenata. Il denaro ora è una merce dal valore fin troppo stabile, ma proprio per questo non val la pena spenderlo e quindi farlo circolare.

Quanto al secondo punto: sì, gli Stati stanno perdendo sovranità, in particolare in EU hanno perso sovranità monetaria, in parte ceduta alla BCE, in parte messa da parte per lasciare libero gioco ai mercati, però senza il filtro dello Stato, per diverse ragioni, stiamo assistendo al progressivo allargarsi della cosiddetta 'forbice' tra tanti redditi bassi e pochi redditi sempre più alti.

Sono ben conscio che il mio parere non è da tutti condiviso, specialmente dalla 'vulgata' diffusa da quotidiani, telegiornali e media affini. Perciò intendo approfondire. Scriverò anche in futuro di Hayek. Lo ritengo una delle personalità più influenti sul nostro presente e temo possa esserlo anche sul nostro futuro.

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