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Visualizzazione dei post da aprile, 2017

KEYNES O HAYEK di N. Wapshott ovvero Come l'economia dipende dal volere della politica

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Questo saggio di Nicholas Wapshott, Keynes o Hayek (giustamente sottotitolato Lo scontro che ha definito l'economia moderna ), pubblicato in origine nel 2011 è, per i miei gusti, estremamente interessante. Keynes, il massimo innovatore dell'economia moderna, è messo a confronto con Hayek, alfiere del neoliberismo antistatalista. Da questo incontro/scontro nasceranno i due filoni principale della scienza economica.  Secondo me particolarmente gustoso perché da storie personali ed idee in opposizione e in connessione si giunge a una conclusione che Wapshott non dichiara apertamente, ma è implicita, impigliate fra le pagine del suo libro: il fare dell'economia dipende dal volere della politica. L'economia è il principale tramite cui la politica - o, in senso più lato, il potere -  incide sulla vita dei cittadini.  Per cui, prima di valutare l'efficacia o meno, il bene o il male, l'equità o l'iniquità delle scelte di politica economica è necessario c

IL SOTTOTENENTE GUSTL di A. Schnitzler: vivere e narrare al contempo

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Il 1900 fu, banalmente, l'anno di passaggio tra due secoli, ma anche un anno cruciale per Arthur Schnitzler che proprio con Il sottotenente Gustl , pubblicato in quell'anno, riuscì a trovare in maniera compiuta la sua voce letteraria.  Il libro consiste in un lungo monologo in cui un militare austriaco, anzi, austroungarico, dalla condotta tutt'altro che irreprensibile narra  qualche ora della sua vita  in presa diretta, cioè in prima persona presente, che tallona il presente, con parecchi puntini di sospensione che ricordano quali il Celine  di Morte a credito . In realtà accade poco, in questo racconto, che sovente assume i tratti della commedia. Importante è invece la prospettiva scelta dal narratore, quella prima persona che annulla qualsiasi distanza tra soggetto e narratore, tra il gesto di vedere/pensare/vivere da parte del narratore e l'atto, qui subitaneo, di narrare. Oggi questa modalità narrativa è estremamente diffusa e ai nostri occhi assai fami

IL REDENTORE di R. Musil: un'occhiata all'abisso di L'uomo senza qualità

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Il redentore  di Robert Musil altro non è che la ricomposizione dello stato dei lavori tra il 1921 e il 1922 di quell'enorme edificio in eterna costruzione che fu  L'uomo senza qualità  (se non lo conoscete: consultate wikipedia un attimo), il cui primo volume fu pubblicato nel 1930, il secondo nel 1932, brani ulteriori nel 1943 (dopo la morte dell'autore), ma che non trovò mai conformazione definitiva. Forse l'opera incompiuta per eccellenza nella storia della narrativa. Ad ogni modo uno degli esiti fondamentali della narrativa e della cultura del Novecento. Nonché una delle letture più ardue in cui cimentarsi. Com'è dunque questa bozza di L'uomo senza qualità ? Il redentore è piuttosto frammentario e a tratti anche ostico, ça va sans dire . A prescindere da ciò, credo sia un bell'assaggio del piatto forte destinato a  rimanere incompiuto. Scrivo 'credo' perché lessi L'uomo senza qualità 17 anni or sono. Urge una rilettura, mi dico ogni ta