DUE PRESUPPOSTI PER SCEGLIERE SÌ OPPURE NO

Che il 4 dicembre si scelga di votare Sì oppure No, va fatto comunque considerando due essenziali, banali, presupposti.

Primo, la valutazione degli elettori deve tenere conto che la riforma Renzi-Boschi e la legge elettorale Italicum non solo fanno parte, ma sono il fulcro di un quadro di riforme interdipendenti. Si tratta di provvedimenti pensati in maniera, almeno negli intenti, unitaria, come ribadito più volte dallo stesso Renzi sottolineando di aver ricevuto l'incarico da Napolitano per mettere in cantiere le riforme politiche e istituzionali. 
Sebbene il quesito referendario riguardi solo una parte del corpus di riforme avviato dal governo Renzi, per darne una valutazione sensata è necessario rivolgere attenzione anche al contesto in cui le modifiche costituzionali verranno calate in caso di vittoria del Sì. Mi pare un suggerimento molto di comodo, molto parziale, quello di restringere l'analisi esclusivamente alle modifiche costituzionali.



Secondo punto, conseguente al primo, chiedere agli elettori di valutare le modifiche costituzionali isolandole dal contesto serve solo a distrarli da quello che, al di là dei tecnicismi esasperanti, delle luci, delle ombre e della pessima redazione della legge costituzionale, è il cuore della riforma: la riduzione della sovranità popolare a favore della governabilità.
Sono convinto che questo sia il fulcro irrinunciabile di tutto l'insieme di riforme proposte dal governo Renzi. Credo che anche future, auspicate, revisioni non toccheranno in maniera sostanziale la minore incidenza che si intende attribuire al voto dei cittadini, considerato ormai un evidente intralcio all'azione di governo.
Lo sappiamo tutti, anche quelli che non lo ammetteranno mai, che chi voterà Sì lo farà perché vuole che chi governa abbia maggiore spazio di manovra e facoltà decisionale, mentre chi voterà No lo farà perché ritiene opportuno, anche a costo di tenersi l'attuale ordinamento imperfetto, che la rappresentanza politica dei cittadini non venga ridotta dalla riforma costituzionale.



Che si opti per il Sì o per il No, credo che questi siano i due punti principali sulla cui base scegliere, senza nascondersi dietro l'ipocrisia di opportunisti come D'Alema o il paravento di quegli aspetti secondari, magari più condivisibili, della riforma o le firme false dei 5stelle o le ingenue dichiarazioni di chi paventa dittature, come se per imporre la propria volontà oggi occorresse ancora la forza.

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