LA TORRE di Uwe Tellkamp: c'era una volta la DDR, senza Ostalgie
Der Turm, La Torre, era il quartiere di Dresda dove risiedeva la 'borghesia' intellettuale al tempo della DDR. Qui vivono tre protagonisti di questo romanzo, lo studente Christian, suo padre Richard, chirurgo, e lo zio Meno, redattore di una casa editrice legata al regime. La narrazione si snoda seguendo le tre direttrici date dalle vite dei protagonisti, che spesso si intersecano e sovrappongono disegnando un dettagliato e credibile spaccato della Repubblica Democratica Tedesca durante gli anni '80 fino alla caduta del regime.
L'inizio del libro è un po' faticoso, il lettore caracolla attraverso dettagliate descrizioni, perché La Torre intende essere una ricostruzione pressoché totale – e senza Ostalgie – di un mondo perduto, ma anche di una cultura specificamente tedesca: numerosi, ad esempio, i riferimenti a Goethe e alla musica classica, evocata in quanto arte eminentemente tedesca.
Le parti del libro riguardanti Christian e Richard sono le più riuscite. Le loro vite private sono fortemente influenzate dalle costrizioni e dalle violenza della dittatura, ma dal particolare delle loro vicende Tellkamp riesce a risalire a un universale che riguarda tutti sia in senso politico (come affrontare i soprusi del socialismo reale) sia in senso intimo e umano (come affrontare con coraggio o pusillanimità gli urti della vita).
I capitoli dedicati a Meno tendono talvolta a una sorta di magniloquenza visionaria con spezzoni di flusso di coscienza, con figure di intellettuali di regime cinici, artificiosi, di taglio decisamente troppo allegorico. Insomma, a tratti Uwe Tellkamp pare voler dimostrare di saper fare bene i compiti, anche quando non serve, creando qualche pagina rigonfia di parole, ridondante. Questo però, va detto, solo in brani isolati del poderoso romanzo.
La Torre nel complesso è una lettura quasi sempre piacevole benché impegnativa, sicuramente di grande valore e di grandi ambizioni. Un'opera d'altronde che contiene un mondo, talvolta imperfetta, eppure decisamente ammirevole.
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