LA LUNA È UNA SEVERA MAESTRA di Robert A. Heinlein: guerriglia in stile Che Guevara sulla Luna


Se esistesse una classifica dei libri meritevoli di attenzione, ma di difficile reperibilità La Luna è una severa maestra (magnifico titolo) stazionerebbe ai primi posti in classifica.
A dire il vero la primissima edizione, due numeri di Urania del 1966, si può recuperare piuttosto agevolmente, ma chi cerca l'unica traduzione parzialmente rivista (Urania Collezione del 2006), rischia di sudare sette camicie.

La Luna è una severa maestra uscì nel 1966 negli Stati Uniti e nello stesso anno in Italia. Lo considero fra i più bei romanzi di fantascienza, senz'altro il migliore di Robert A. Heinlein. Per la cronaca, ha vinto il Premio Hugo, il maggior premio letterario fantascientifico, come miglior romanzo dell'anno. Il libro narra di Manuel Garcia O'Kelly, che insieme a una ristretta cerchia di abitanti delle città sotterranee della Luna, capeggia la rivolta della colonia contro la dispotica Terra con l’assistenza di un computer senziente, uno dei primi della narrativa fantascientifica.

L'intelligente recensione (la trovate qui) di Antonella Spotti Basilico - una donna che scrive di fantascienza, quale meraviglia! - ci spiega che “la storia della rivoluzione lunare del 2076 rivela uno studio della Guerra per bande di Ernesto 'Che' Guevara: 1) le forze popolari possono vincere una guerra contro l’esercito. 2) non sempre si deve attendere che si producano tutte le condizioni favorevoli alla rivoluzione, il fuoco stesso dell’insurrezione può crearle”.

Dunque rimandi a Che Guevara da parte di Robertt Anson Heinlein. Lo stesso Heinlein che una decina di anni prima aveva pubblicato Fanteria dello spazio, un testo costantemente tacciato di militarismo e fascismo. Lo stesso che però nel 1961 pubblicò Straniero in terra straniera, un libro di culto per il nascente movimento hippie. E che dopo La Luna è una severa maestra pubblicherà libri come Non temerò alcun male o Lazarus Long (qui il protagonista trova addirittura la maniera di sposare sua madre!), inneggianti alla libertà sessuale, un tema peraltro ben presente anche in questo romanzo, dove la scelta dell'assetto familiare è libera mentre il matrimonio è in linea, ovvero prevede il periodico ingresso in famiglia di nuovi consorti più giovani

Un percorso solo apparentemente contraddittorio: la cifra che sta alla base dei migliori lavori di Heinlein,e di questo in particolare, è la necessità della libertà individuale e la parallela contestazione delle regole sociali frutto del pregiudizio. Senza dimenticare che Heinlein è un autore americano fino al midollo, sotto molti aspetti conservatore, comunque un liberal, per cui anche le suggestioni che possiamo rinvenire rispetto a un testo di Che Guevara non deve far pensare a simpatie socialiste.

D'altra parte il motto alla base della filosofia di vita lunare è: TANSTAAFL, acronimo dell'espressione inglese (tipicamente americana) There ain't no such thing as a free lunch, vale a dire: "Nessuno ti dà da mangiare in cambio di niente", oppure "Non esistono pasti gratis". Motto che, come si vede sotto, campeggia anche sulla bandiera della Repubblica indipendente della Luna.




Antonella Spotti Basilico ci dice ancora che, se da una parte “lo stile narrativo del romanzo è, come ci si aspetta da Heinlein, estremamente chiaro e veloce, e il ritmo è ben mantenuto nella traduzione italiana", dall'altra “ciò che di importante si perde, tuttavia, è l’intraducibile linguaggio dei Loonies (gli abitanti della Luna), narratore compreso, che non è inglese formale, ma un capolavoro di creatività linguistica, con sintassi, ortografia e vocabolario presi a prestito da diverse lingue terrestri, soprattutto quella russa; le espressioni formali sono in russo (e si ritrovano quasi tutte nella traduzione), in italiano nel testo originale i nomi politici dei due mondi: Luna e Terra. Il successo americano della Severa Maestra dipende anche dalla speculazione su questo inglese del futuro”.

Nella traduzione italiana si perde anche lo spessore del personaggio di Prof, “così credibile nell’esposizione delle sue idee di anarchico razionalista che l’editore italiano, pubblicando il libro nello stesso anno in cui uscì negli Stati Uniti, si sentì in dovere di epurare di un certo numero di pagine”. Sinceramente non so se nell'edizione che ho letto queste pagine siano state debitamente reintrodotte.

Se non lo si è capito, urge una riedizione 'critica' di questo gioiello della fantascienza. Magari in libreria anziché in edicola come si è fatto finora.

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