GODETEVI LA CORSA di Irvine Welsh: una intelligente dissolutezza

Non ho ancora ben capito se per me leggere i libri di Irvine Welsh sia più un piacere o un vizio o una forma di depravazione. Notoriamente l'autore scozzese - che più scozzese non si può - si dedica a temi triviali, di cattivo gusto, che sarebbe un eufemismo definire politicamente scorretti, travalicando talvolta il limite del grottesco. Eppure a me i suoi libri piacciono parecchio. Per ragioni che trovo persino giustificabili. Innanzitutto lo stile. Energia pura, dialoghi al limite dell'assurdo ma verosimili, la capacità di far parlare in prima persona chiunque, anche un analfabeta o un incapace di intendere e volere, un lessico di fantasia iperbolica, un ritmo che avvince. L'iperrealismo della sua scrittura ricrea un mondo che pare scagliarsi fuori dalla pagina per aggredirti. Il suo traduttore storico, Massimo Bocchiola, in questo romanzo, come in quelli precedenti, ha dato eccellente prova di sé. Tanto da chiedersi se l'originale in inglese meravigliosamente...