IL REDENTORE di R. Musil: un'occhiata all'abisso di L'uomo senza qualità


Il redentore di Robert Musil altro non è che la ricomposizione dello stato dei lavori tra il 1921 e il 1922 di quell'enorme edificio in eterna costruzione che fu L'uomo senza qualità (se non lo conoscete: consultate wikipedia un attimo), il cui primo volume fu pubblicato nel 1930, il secondo nel 1932, brani ulteriori nel 1943 (dopo la morte dell'autore), ma che non trovò mai conformazione definitiva. Forse l'opera incompiuta per eccellenza nella storia della narrativa. Ad ogni modo uno degli esiti fondamentali della narrativa e della cultura del Novecento. Nonché una delle letture più ardue in cui cimentarsi.

Com'è dunque questa bozza di L'uomo senza qualità? Il redentore è piuttosto frammentario e a tratti anche ostico, ça va sans dire. A prescindere da ciò, credo sia un bell'assaggio del piatto forte destinato a 
rimanere incompiuto. Scrivo 'credo' perché lessi L'uomo senza qualità 17 anni or sono. Urge una rilettura, mi dico ogni tanto, e in questo senso Il redentore può essere propedeutico. Per me lo è stato.



In questo romanzo - qua e là solo abbozzato - già si nota la densità di riflessioni che rendono la narrazione una direttrice sfumata, benché non ai livelli di L'uomo senza qualità. Contano i personaggi e quello che pensano - nonché le considerazioni dello stesso autore - anziché l'azione narrativa propriamente intesa. Gli spunti narrativi sono molteplici, ma sono sempre i pensieri e la visione del mondo a infondere vita alle pagine del libro. Questa prevalenza del mondo interiore sulla Storia (e sulle storie in quanto successione di episodi) è, d'altra parte, prerogativa capitale di Musil, ed è ciò che rende tanto impegnativo leggerlo.



In Il redentore sono spinti sull'orlo del grottesco alcuni temi che torneranno poi nel capodopera, come l'amore incestuoso, alcuni divagazioni oniriche grandguignolesche, certi spunti quasi da fuilletton, la violenza di certe situazioni. La vena è satirica, quasi espressionista (gli anni sono quelli). Solo un quinquennio più tardi Musil svilupperà il mood ironico tipico dell'opera maggiore e conferirà al romanzo quella caratteristica commistione tra saggio e narrazione.

Lo consiglio? Sì, sia a chi intende cimentarsi con L'uomo senza qualità sia a chi vuole evitare un'immersione totale nel mondo di Musil, perché, comunque vada, qui troverà anticipate tematiche e, parzialmente, scelte stilistiche in seguito sviluppate più estesamente. Il redentore permette, insomma, di dare un'occhiata all'abisso per evitare di cascarci dentro o per decidere di buttarcisi a capofitto.

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